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Anno IV - N° 3 - Settembre 2004

Recensioni



Franco Giori

Il guerriero triste. Tra crisi e crescita
Edizioni "La meridiana", 2004

Recensione di Emilio Masina



Tempo fa un'amica, madre di una ragazza di quindici anni in crisi e alla ricerca di un bravo psicologo mi ha confidato una sua preoccupazione: "E se poi quello pretende di curarla?". Mi sono ricordato di questo episodio leggendo il libro di Franco Giori che giunge a confortare quanti fra genitori, educatori e psicoterapeuti vedono i problemi degli adolescenti come difficoltà nell'affrontare i complessi compiti di sviluppo caratteristici di quell'età piuttosto che come disturbi psicopatologici da "curare". Già il titolo del libro dimostra la capacità dell'autore di "vedere" ed identificarsi con gli adolescenti attuali. Spinti dalla pressione sociale verso una visibilità nella realizzazione personale, i giovani di oggi vorrebbero essere intrepidi guerrieri, alla ricerca di mezzi potenti e di simboli tribali, come i tatuaggi, per darsi un'identità, comunicare, competere e affermarsi nel mondo. Ma, al tempo stesso, sono ostacolati dalla tristezza di dover abbandonare la gabbia dorata della propria infanzia. E la tristezza, come la vergogna, è un sentimento insidioso, spesso muto e, dunque, difficilmente afferrabile dagli interlocutori ma capace di frustrare massimamente idee ed ideali, spegnendo la gioia di vivere.
Il sottotitolo del libro, "Tra crisi e crescita" sembra invece alludere ad uno spazio intermedio, uno spazio potenziale fra l'apertura della crisi e la sua soluzione, in cui l'adolescente ha l'occasione di lavorare mentalmente sulle sue difficoltà; soprattutto se è sostenuto da un adulto che ne valorizzi la ricerca di nuove opportunità per fronteggiare il dolore piuttosto che essere spaventato dalle problematiche, a volte anche molto complesse, del giovane che gli si affida.
Il guerriero triste è un libro atipico che si colloca fra la narrativa e il saggio specialistico. Della narrativa su temi o casi psicologici, così spesso noiosa, banale o, invece, segnata dai tratti voyeuristici ed esibizionistici di autori che incontrano il paziente, quando lo incontrano, solo per "cannibalizzarlo" e descriverlo nel prossimo libro, il lavoro di Giori non ha niente. Né il suo è un testo di psicologia o di pedagogia. L'autore, tuttavia, anche quando si lascia andare alla narrazione creativa scrive su qualcosa che conosce profondamente, avendo esercitato per tanti anni il mestiere di psicoterapeuta di adolescenti e dei loro genitori. E, dunque, i sei racconti brevi - tre dedicati alle difficoltà dei genitori di adolescenti e gli altri tre a quelle dei ragazzi - sono chiaramente sottesi da una griglia nascosta che ordina le diverse problematiche del funzionamento mentale dell'adolescente secondo la ricerca psicoanalitica; così come quelle dei genitori, che navigano, spesso a vista, fra la crisi della mezza età e gli stimoli, esagerati ma vivificanti, forniti dai loro figli.
Via via che con interesse e godimento si scorrono gli episodi veniamo confrontati con un gran numero di temi interessanti. Ne cito solo alcuni: la tendenza degli adolescenti ad agire piuttosto che a pensare le proprie emozioni e quindi a mettersi a rischio; argomento, quest'ultimo, su cui Giori ha scritto il suo primo efficacissimo libro. E poi la paura dell'adolescente di dipendere, di essere manipolato dagli adulti, incluso lo psicologo; l'illusione di fare e di curarsi da solo ma anche il bisogno di adulti competenti che aiutino a rilanciare la speranza in se stesso e negli altri. E ancora, l'importanza assunta dal gruppo "parentale" dei pari; la confusione dei genitori fra identificazione con l'adolescente e tentativi di rendersi utili, invidia della sua giovinezza e nostalgia della propria, fuga dalla fatica e dalla responsabilità genitoriale.
I sei racconti sono tutti interessanti ma personalmente sono stato colpito soprattutto da quello intitolato "La spiaggetta", in cui l'autore racconta lo sconvolgimento provocato in un gruppo di famiglie amiche che stanno trascorrendo le vacanze sulla stessa isola del Mediterraneo (la Grecia, le Eolie?). Ci sono, oltre ai genitori, bambini e ragazzi di età diverse, ciascuno impegnato con soddisfazione nel proprio gruppo di riferimento, fino al giorno in cui i ragazzi decidono di trascorrere la notte sulla spiaggia. Si assiste allora ad un gustoso movimento psicologico di alleanze, conflitti e riconciliazioni che aiuta a cogliere bene il versante per così dire contestuale dell'adolescenza, quello che fa dire a qualcuno, provocatoriamente, che l'adolescenza non esiste ma rappresenta soprattutto un problema di rapporto fra diverse generazioni.
Tutte le storie, comunque, sono lasciate un po’ in sospeso per esplicita scelta dell'autore "un pò perché il nostro aiuto alle persone è limitato e non si sa bene cosa succederà dopo" ma anche "per lasciare maggiore spazio ai pensieri e alle fantasie dei lettori, con domande esplicite della serie "cosa potrebbe succedere o come potrebbero andare le cose nel caso che..." (pag.139).
I racconti, come evidenzia Pietropolli Charmet, che di Giori è collega ed amico, sono molto utili anche per una lettura e discussione collettiva nei piccoli gruppi: gruppi di autoaiuto o gruppi formativi di sostegno al ruolo genitoriale o docente. Anche a me pare che il libro presenti un versante naturalmente interattivo perché, insieme alla presentazione di problematiche comuni ancorché di difficile soluzione, riesce ad evocare ricordi ed emozioni che avevamo dimenticato. Il lettore, in altre parole, insieme alle adolescenze presentate rivive la propria e può dunque rivolgersi al mondo degli adolescenti con una comprensione più viva e profonda.


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