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Anno IV - N° 3 - Settembre 2004

Recensioni




Sabina Lambertucci-Mann

Eugenio Gaddini. Psychanalystes d'aujourd'hui
Paris 1999

Recensione di Tito Baldini e Marianna Capretti



Sabina Lambertucci-Mann, psicoanalista, membro della Società Psicoanalitica di Parigi (S. P. P.) e dell’Associazione Romana di Psicoterapia dell’Adolescenza (A. R. P. Ad.), analizza in questo testo il percorso umano ed intellettuale di Eugenio Gaddini, uno dei più rilevanti psicoanalisti italiani contemporanei, noto anche all’estero per aver occupato un posto importante nel movimento psicanalitico internazionale.
Il testo è particolarmente denso di concetti e allo stesso tempo sintetico e incalzante nel ritmo. La strutturazione dei capitoli e il modo in cui sono approfonditi gli argomenti permette al lettore di entrare nel vivo dell’opera scientifica di Gaddini, ma anche di cogliere l’essenza di lui come uomo. A questo proposito risulta particolarmente efficace la scelta dell’autrice di inserire nel libro alcuni testi scritti da Gaddini, da lei tradotti per i lettori francesi, e alcune foto che ritraggono lo psicoanalista in vari momenti della vita.
Il volume è diviso in tre parti: la prima, come suggerisce il titolo (“Historie d’une vie, historie d’une oeuvre”), prende spunto dalle vicende biografiche di Gaddini per poi soffermarsi ad approfondire i concetti innovativi della sua opera. Infatti, spiega Lambertucci, la particolarità degli studi e ricerche di Gaddini, è in stretta relazione con le sue vicende personali. Egli, pugliese di nascita e romano di adozione, vivendo distante geograficamente dalle principali scuole psicoanalitiche ha conquistato, considera Lambertucci, quella indipendenza di pensiero che gli ha permesso di giungere ad una esplorazione psicoanalitica sullo sviluppo mentale precoce distinta da quella di qualsiasi altra scuola; tuttavia non è mai mancato, nel suo cammino professionale, il confronto con i colleghi italiani e di altri paesi, stabilendo con alcuni di loro rapporti amichevoli e cordiali. Particolarmente fecondo fu il confronto con Edoardo Weiss, Anna Freud, Melanie Klein, Phyllis Greenacre. Inoltre incontrò più volte Bion e Winnicott. Di quest’ultimo, in qualche modo Gaddini sembra uno degli eredi più rappresentativi, anche nel senso del tentativo di una personale teorizzazione del pensiero del noto psicoanalista britannico.
La ricerca scientifica di Gaddini ha accompagnato l’attività di terapeuta, costituendo un circolo di reciproche influenze. Egli, ricorda Lambertucci, ha condotto ricerche sui processi mentali precoci ed ha formulato una teoria sui processi imitativi che ha trovato riconoscimento in tutto il mondo scientifico. Sue sono anche l'individuazione e la definizione di una «organizzazione mentale di base» che precede la struttura mentale descritta da Freud. Ha indagato inoltre la formazione, nell'infanzia, dell'immagine mentale del padre, e ha fatto studi sull'aggressività, sul problema mente-corpo, sulla formazione infantile del sé e sulla creatività.
Di particolare interesse è la ricerca volta a capire quando e come nasca la psiche e quali funzionamenti contribuiscano alla sua formazione; Lambertucci è attenta considerare il fatto che per condurre questo studio Gaddini si è incamminato in una strada che va dal corpo verso la mente, contraria a quella classica psicoanalitica che si è mossa dalla mente verso il corpo. Seguendo questo cammino a ritroso, Gaddini è approdato ai processi più arcaici e primitivi della mente, molto vicini al funzionamento corporeo. Egli sostiene che la mente cominci a funzionare al momento della nascita, quando il bambino viene esposto al più grande sconvolgimento fisiologico della sua esistenza. L'attività mentale, quindi, sembra avere bisogno, all'origine, di una spinta dell'organismo.
Lambertucci conclude questa prima parte del libro analizzando l’originalità di Gaddini. Ella sostiene che per Gaddini il protagonista dell’opera scientifica e terapeutica dello psicoanalista sia il corpo, attraverso cui l’uomo, sia esso paziente o analista, neonato, bambino o adulto, vive ed esprime sofferenza, gioia, benessere, disagio; il corpo, nelle sue manifestazioni visibili e nascoste….Il corpo, “comme <zone psychosensorielle> et <zone psycho-orale>, lie des <angoisses d’integration> et de <non integration>”. Gaddini ha, infatti, cercato sempre di dare un significato psichico alle manifestazioni della corporeità, lasciandoci pagine ricche e dense, come possiamo vedere leggendo la terza parte del libro di Lambertucci.
La seconda parte del testo è una “Bibliographie raisonnèe” dell’opera di Gaddini. Lambertucci espone prima una sintetica rassegna dell’opera di Gaddini: in lingua italiana è ovviamente presente la bibliografia completa dell’autore; in inglese, tedesco e francese si possono trovare raccolte di articoli. In secondo luogo, ella presenta una bibliografia a partire dagli scritti e, in ultima analisi, propone libri e articoli riguardanti Gaddini e la sua opera.
La terza ed ultima parte del libro, “Choix de textes”, propone al lettore alcuni scritti di Gaddini tradotti dall’italiano al francese da Lambertucci. La scelta dei lavori, proposti in coerenza con la prima parte del testo, sembra rispondere al criterio di testimoniare la ricchezza degli argomenti approfonditi dallo psicoanalista e di far emergere l’evoluzione dei suoi interessi scientifici nel corso degli anni.
Dai testi si evince, considera Lambertucci, la passione per la ricerca pionieristica e il rigore scientifico di Gaddini all’inizio della sua attività; ad esempio, l’articolo “La rumination chez l’enfant”, del 1959, descrive i vari passi compiuti da Gaddini per curare questa patologia: dallo studio dei casi clinici, attraverso i filmati dei pazienti, fino alla teorizzazione psicoanalitica del sintomo.
Altri articoli, più recenti, ci presentano le idee di Gaddini inserite in un assetto teorico solido, avendo anche incontrato il riconoscimento del mondo scientifico; idee che derivano dalla sua attività di terapeuta, ma prima di tutto dalla sua vita di uomo, studioso appassionato della mente umana.
Lo stile narrativo di Lambertucci permette al suo lavoro di risultare chiaro e fruibile pur se profondo e molto pensato.
E’ possibile scoprire, dietro le costruzioni e ricostruzioni teoriche, tecniche e biografiche, affetti dell’analista e donna Lambertucci, con maturità e discrezione messi al servizio del lettore per presentare, insieme ad altri livelli, un meta-livello profondo di comunicazione e scambi con il lettore che arricchisce e completa la manovra di avvicinamento a Gaddini.
La particolare sensibilità dell’analista Gaddini al lavoro rivisitata attraverso quella di Lambertucci; l’importanza della considerazione mente-corpo come matrice e meta delle rappresentazioni e “base per il se”; le affinità del pensiero di Gaddini con quello di Winnicott messe in risalto nel volume, quindi, in sintesi, la considerazione degli affetti e della relazione transferale col paziente come elementi fondanti la cura, fanno di questo libro un importante spunto di riflessioni ad ampio spettro per chi, a diverso titolo –psicoanalista, psicologo, assistente sociale, operatore di comunità, giudice minorile, ecc.- si occupa di adolescenza.



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