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Anno III - N° 3 - Settembre 2003

La biblioteca di A&P



Carbone P.
"Le ali di Icaro. Rischio e incidenti in adolescenza"
Torino, Bollati Boringhieri, (2003)

Recensione di Tito Baldini


Il libro è una trattazione sistematica del particolare rapporto che lega gli adolescenti al rischio e all’incidente. Il volume riempie un vuoto epistemologico che perdurava nonostante gli allarmanti dati epidemiologici (gli incidenti come più frequente causa di morte in adolescenza; risposta negativa degli adolescenti a misure protettive efficaci per gli adulti) e malgrado l’incremento delle pubblicazioni scientifiche sull’adolescenza.
L’autrice, mantenendo rischio e incidente in equilibrio tra “casualità” e “acting-out”, attira l’attenzione su un fenomeno complesso con il quale gli adolescenti possono segnalare un disagio che va di volta in volta compreso ed esplorato.
Il nucleo centrale del volume è costituito da una ricerca assai originale, perchè è la prima sul tema che abbia come interlocutori adolescenti ricoverati per incidente. La precocità dell’intervento, con gli affetti ancora “in emersione”, sarebbe l’unica modalità per impedire il riassorbimento di tale evidenza che, poco a poco, fa seguito all’incidente stesso, spesso con la complicità di medici e familiari.
La forte caratterizzazione dei dati emersi – primo fra tutti la ripetitività dell’atto – permette all’autrice sia di evidenziare rischio e incidente in adolescenza come condizioni fortemente investite, (una sorta di “droga”), sia d’ipotizzare percorsi di prevenzione secondaria da avviare “a caldo”.
Le istituzioni continuano a vedere gli interventi preventivi come azioni informative. Rispetto a ciò, l’autrice propone un’esperienza basata sull’ascolto, l’empatia, la restituzione e l’evocazione della possibilità riflessiva dell’adolescente, in armonia col vertice teorico psicoanalitico cui ella decisamente si riferisce.
L’autrice prende spunto da una ricerca ben condotta e ricca d’informazioni, ma poi lascia da parte lo scopo epistemologico ed evidenzia una finalità “curativa” ispirata alla psicoanalisi.
In tal senso, il libro si pone come tentativo riuscito di coniugare clinica psicoanalitica con ricerca scientifica, connubio quanto mai importante per la buona salute di entrambi gli ambiti.




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