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Anno II - N° 1 - Gennaio 2002


Recensioni




Jean Guillaumin
ADOLESCENCE et DESENCHANTEMENT
Essais psychanalytiques
edizioni: L’Esprit du Temps,Bordeaux, marzo 2001.



Jean Guillaumin, psicoanalista, membro didatta della Société Psychanalytique de Paris, professore emerito dell’Università di Lione 2, ci propone, in un libro di 150 pagine, un insieme composito di brevi ma densissimi saggi di psicoanalisi dell’adolescenza. Alcuni di questi articoli, già pubblicati nella rivista “ Adolescence ” sono qui “ rivisitati ” dall’autore. “ Adolescenza e disincanto ” : la parola disincanto e’ presa in prestito all’ antropologo Marcel Gauchet (1995) che lo usa per definire la perdita di valori e di credenze delle nostre società post-industriali. E Guillaumin parla di disincanto dell’adolescente (e del giovane adulto) che deve confrontarsi con due tipi di disillusione: da un lato la perdita “ fisiologica ” degli oggetti d’amore infantili (il processo naturale di separazione-individuazione) e dall’altro la perdita o meglio l’assenza di valori collettivi sui quali avrebbe potuto appoggiarsi per far fronte alla depressione inevitabile in questo momento della vita.

Il libro si divide in otto capitoli, ognuno dei quali puo’ essere letto separatamente. Certamente l’ordine di lettura proposto da Guillaumin ci permette di seguire con piu’ facilità le sue diverse concezioni metapsicologiche e di coglierne meglio la complessità. Lo spessore teorico rende impegnativa la lettura del testo, ma allo stesso tempo l’autore illustra il suo pensiero con alcuni esempi clinici di adolescenti e “ post-adolescenti ” seguiti in psicoterapia psicoanalitica privatamente e in istituzione (ospedali diurni).
Alcune tematiche emergono particolarmente:
Il bisogno “ fisiologico ” di trauma durante l’ adolescenza e la post-adolescenza ; la posizione amorosa come difesa contro la depressione e il suo eventuale fallimento (illustrato dai tentativi di suicidio) ; la posizione psicotica, definita come “ odio per la psiche ” ; i comportamenti additivi o “ brevi amori con la droga ” ; la posizione sublimatoria come legame tra l’esperienze estetica e la problematica identitaria ; la definizione del concetto di postadolescenza.
Ogni capitolo e’ sviluppato in modo interessante. I riferimenti bibliografici sono eccellenti.
L’originalità del pensiero di Guillaumin si rivela sopra tutto in due concetti fondamentali: la problematica del trauma in adolescenza e il concetto di post-adolescenza.

1) L’appetenza dell’adolescente per il trauma è un punto fondamentale della teoria dell’autore. Egli riprende qui, ampliandolo con esempi clinici, un concetto che aveva già descritto nel 1985 (in Ruptures,Adolescence, 1985,tomo 3,numero 1).
L’adolescente, per crescere e diventare un soggetto, deve poter distruggere, a volte in modo violento, alcune delle sue relazioni. Guillaumin parla di “ appetenza traumatofilica ” per descrivere in particolare certe interruzioni della psicoterapia che potrebbero erroneamente essere interpretate come “ acting-out ”. Gli adolescenti esprimono invece il loro bisogno di “ espellere fuori ” il terapeuta che rischia di essere confuso con i loro oggetti interni. Espulsione del terapeuta o auto-espulsione ? si chiede l’autore che, però finisce per interpretare queste interruzioni di terapia come una nuova nascita. Secondo lui e’ necessario accompagnare il giovane durante questo cammino urgente verso la separazione (si tratta dunque di una “ separazione terapeutica ”).Molto spesso questo tipo di interruzione della terapia e’ positivo, come una “ maturazione autogena ”.L’adolescente conserva, nonostante il suo rifiuto, le tracce positive del suo percorso analitico. La separazione dal terapeuta diventa per l’adolescente una necessità vitale per lottare contro il rischio di una “ intossicazione naturale ”(riferimento a Bion). Questi comportamenti “ traumatopici ” possono essere definiti come una “ reazione terapeutica negativamente positiva ”. In questi casi il trauma non e’ un acting out ma ha un effetto strutturante.
L’adolescente si appoggia all’analista squalificandolo (l’autore parla di “ anaclitismo negativo ”). L’analista dovrebbe accogliere i vissuti dell’adolescente con grande prudenza interpretativa mostrando una capacità particolare di ascolto che Guillaumin definisce come attitudine a “ chiudere un orecchio ”.

2) La post-adolescenza
Esiste o no una fase post-adolescente dell’esistenza ? Secondo Guillaumin esiste una grande differenza tra gli adolescenti e i giovani adulti (tra i 17 e i 30 anni).
Come riuscire a definire un termine abbastanza preciso dell’adolescenza, senza rinchiudersi in un’ottica unicamente legata alle fasi di sviluppo ?
Un lungo dibattito su “ adolescenza terminabile e interminabile ”, iniziato piu’ di 15 anni fa (cfr.Alléon A., Morvan O. e Lébovici S., Adolescenza terminata, adolescenza interminabile, Borla, Roma), è ancora di grande attualità. Guillaumin propone di discutere il concetto di post-adolescenza e di dare una definizione provvisoria a questo termine. Questo saggio (che costituisce l’ultimo capitolo del libro) e’ particolarmente interessante per gli analisti d’adolescenti perché riprende in modo estremamente preciso tutto il dibattito francese su questo argomento. L’autore non propone soltanto alcuni riferimenti psicoanalitici importanti (tra i quali il concetto di “ seconda latenza ” di Green), ma anche una lettura sociologica del concetto di “ post-adolescenza ”.
Questa fase della vita si distingue dall’adolescenza in quanto la similitudine fisica del giovane adulto (o post-adolescente ) con i suoi genitori riduce questi ultimi a una “ non-esistenza psichica ”. Il giovane adulto non deve elaborare la perdita dei suoi oggetti infantili (compito proprio dell’adolescente), ma deve riuscire a introiettare gli “ oggetti genitoriali divenuti ormai dei morti-viventi ”.
L’autore abbozza un’economia e una dinamica psichica della post-adolescenza e cita alcuni fattori traumatici che giocano un ruolo importante nella conclusione di questo periodo: la perdita o la scomparsa reale di un genitore (o di un suo sostituto), l’esperienza della maternità e della paternità, le “ fissazioni amorose ”.
In conclusione un libro da leggere con molta attenzione, punto di riferimento essenziale per una ricerca metaspicologica.

Sabina Lambertucci Mann
E-mail: sabina.mann@free.fr





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