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Anno I - N° 3 - Settembre 2001

Convegni




42° Congresso Psicoanalitico Internazionale, Nizza, 22-27 luglio 2001



Al Congresso ci sono stati due gruppi di studio pomeridiani, dedicati uno all'infanzia e l'altro all'adolescenza.
La sezione di studio sull'adolescenza aveva come titolo: "Adolescenza e Psicoanalisi. Investire il corpo e la mente in una relazione nuova. Aspetti del metodo psicoanalitico nel lavoro con gli adolescenti". La coordinazione era affidata a Christel Airas (Helsingfors) e la moderazione a Donald Campbell (Londra).
Sono stati discussi due casi clinici di ragazze all'inizio dell'adolescenza. Il primo, presentato da Anita G. Schmukler (Wynnewood) e discusso da Lore Schacht (Emmendingen), veniva inquadrato dall'analista come un caso legato a problemi di identità sessuale con confusione anale-genitale e aspetti psicotici di funzionamento. Il secondo caso, presentato da Kaarina Brummer (Helsinki) e discusso da Manuel Gomez (Messico), aveva a che fare con una giovane adolescente alle prese con il problema della sua femminilità.
I due casi sollevavano molti problemi di tecnica, legati anche al modo con cui venivano trattati. Per esempio, il primo poneva il problema dell'interpretazione e dell'interpretazione di transfert in adolescenza, dato che tutto era puntualmente interpretato e la paziente era diventata una 'perfetta paziente', molto capace di adeguarsi al metodo psicoanalitico a lei proposto a fronte forse del capirsi veramente. Non veniva, inoltre, considerato se le modalità di funzionamento psicotico non potessero avere una significato diverso da quello dato, in rapporto all'età e alla difficoltà di costruzione d'identità di quella ragazza. Molti altri punti che si evidenziavano nel lavoro: rapporto con il corpo, con il tempo, con l'altro, avrebbero meritato una riflessione legata al particolare momento evolutivo.
Il secondo caso, che dava più spazio ai vissuti adolescenziali, poneva in modo particolare il problema del significato dell'agito in adolescenza e della tecnica. Il discussant invece di approfondire i temi emersi dal caso clinico, ha esposto una serie di teorie anche bizzarre.
In generale, nonostante la moderazione di Campbell, analista con una lunga esperienza di lavoro con adolescenti e con adolescenti molto difficili, che ha impostato la moderazione del dibattito sul viaggio adolescenziale verso la costruzione dell'identità, non si è riusciti a leggere e a pensare ai casi clinici in questa ottica, così da confrontarci nella ricerca sullo specifico adolescenziale e sulla particolare tecnica che inevitabilmente ne consegue. La discussione si è persa su aspetti dei problemi trattati con le categorie dell'analisi degli adulti, lontani quindi dal viaggio adolescenziale.

Carla Busato Barbaglio
E-mail: carlabusato@libero.it





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