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Anno I - N° 3 - Settembre 2001

Recensioni




Trauma and Adolescence; a cura di Max Sugar.
Monograph Series of the International Society for Adolescent Psychiatry.
International Universities Press, Madison 1999.



L'iniziativa delle serie monografiche nasce come risposta dell'I.S.A.P. alla necessità di condividere, comparare ed apprendere gli sviluppi normativi, la prevenzione ed il trattamento di patologie in adolescenza in differenti culture nel mondo.
All'interno di questa iniziativa, Trauma and Adolescence rappresenta il primo volume e si divide in tre sezioni: Aspetti psicoanalitici; Trauma delle malattie fisiche e psicosomatiche; Disgregazione sociale e il processo adolescenziale. Il tema del trauma in adolescenza, secondo il curatore, non sarebbe ancora stato esaustivamente trattato in letteratura e pertanto questo volume, attraverso un riesame dei punti di vista psicoanalitico, somatico e sociale si concentra su aree bisognose di approfondimrnti.
Samuel Rubin focalizza il suo contributo sugli effetti del trauma psichico sull'organizzazione dell'Io adolescenziale, nel suo capitolo "Trauma in adolescence: Psychoanaytic Perspectives". Egli ribadisce che con traumi infantili precoci e interazioni patologiche si costituisce una base difettosa che rende il soggetto esposto a difficoltà nel funzionamento emozionale in adolescenza.
Paola Carbone ed Eleda Spano considerano il "Trauma as a Potenzial Psychic Organizer" in adolescenza. La loro ipotesi contesta la visualizzazione del trauma solo come negativo e suggerisce che esso sia un processo attraverso il quale l'adolescente può tentare di stabilire un intimo contatto con parti scisse o isolate di sé. Le Autrici presentano due casi di adolescenti femmine che hanno richiesto una terapia a seguito di un trauma sessuale. Loro intenzione è di indicare i fattori necessari per dare un senso maturazionale all'esperienza traumatica. Tali fattori sarebbero il carattere acuto dell'evento; l'intenzione soggettiva inconscia o preconscia posta sotto l'evento, apparentemente esterno, e rivelata attraverso il lavoro terapeutico; il ruolo dell'ambiente.
Gunther Perdigao discute se è possibile l'avvento del lutto nei bambini e adolescenti. Egli presenta materiale clinico derivato dalle due analisi successive di un paziente, la prima in latenza e la seconda in adolescenza. Egli dimostra la presenza di un conflitto che continua e mostra altresì che il lavoro analitico insegue il trauma nel tempo. Con la seconda analisi il paziente è in grado di considerare il suo particolare sentimento circa la morte della madre e lavora con successo sul problema del lutto.
In "The psychodrama of Trauma and the Trauma of Psychodrama", Maja Perret-Catipovic e Francois Ladame raccomandano l'uso dello psicodramma psicoanalitico individuale ai terapisti che prendono parte alle drammatizzaizoni con pazienti adolescenti.Gli Autori trovano che questo sia un approccio molto benefico quando il trattamento di adolescenti mira ad occuparsi delle resistenze, o quando il ragazzo è inibito e sfuggente, con apparente confusione tra realtà esterna ed interna.
Nella sezione sulle patologie fisiche e psicosomatiche, il focus è posto sugli effetti delle condizioni fisiche dalle quali i bambini non sarebbero in passato sopravvissuti.
In "The Separation-Indivuation Process in Adolescents with Chronic Physical Illness", Magda Liakopoulou puntualizza che la malattia impedisce la separazione, causa il trauma narcisistico ed abbassa la stima del sé.
Nel suo capitolo su "Difficulties Encountered by Adolescent Thalassemia Patient", Dionysia Panitz nota che questa condizione riguarda l'intera famiglia ed ha serie ripercussioni specialmente nel rapporto madre-bambino. Se attraversa l'adolescenza, il paziente talassemico ha esigenze di sviluppo e compiti da fronteggiare che sono intensificati da ansietà, rifiuti e regressioni dovute al prolungato e difficile corso della malattia.
Sylvie Pucheu, Paola Antonelli e Silla Consoli osservano che i processi psicodinamici in adolescenza e quelli conivolti nell'integrazione emozionale di un trapianto di rene, sembrano essere simili nei loro effetti nella riorganizzazione dell'immagine del corpo, nell'accettazione di una nuova immagine del corpo e nella riattivazione dell'ansia di castrazione e del complesso edipico.
Margaret Stuber e Anne Kazak forniscono una veduta di "The Developmental Impact of Cancer Diagnosis on Treatment for Adolescents". Alle conseguenze evolutive negative si affiancherebbero effetti benefici alla sopravvivenza dati da un diverso apprezzamento della vita ed una diversa prospettiva di valutazione.
Nella sezione sulla disgregazione sociale, James Garbarino focalizza su "What Children Can Tell Us About Living With Violence". Egli percepisce che tali bambini abbisognano d'aiuto, per sopravvivere alle loro esperienze, ma che adulti emozionalmente incapaci o immobilizzati sembrano impossibilitati a fornirlo.
Il capitolo di Max Sugar su "Severe Physical Trauma in Adolescence" si concentra sugli aspetti emozionali, fisici ed evolutivi di adolescenti coinvolti in traumi fisici.Gli effetti sono dettagliati dai diversi sviluppi e dai problemi nelle verifiche e nel mantenimento dei trattamenti.
Il capitolo di David Rothstein, "Lethal Identity: Violence and Identity Formation" riguarda la particolare funzione del leader rispetto ai seguaci, attuata attraverso l'aiuto nella regolazione della loro autostima. I soggetti selezionano oggetti-Sé, per farli diventare parte del loro "Self-System". Il leader di successo riconosce questi oggetti-Sé ed innalza gli oggetti-Sé dei seguaci. Egli si rende disponibile come oggetto di identificazione e le sue caratteristiche personali interagiscono con gli eventi storici contemporanei. In questa situazione, la popolazione prende il tipo di leader che va cercando. L'Autore fornisce illustrazioni del suo concetto riferendosi sia a figure storiche che a pazienti.
Annette Streek-Fischer fornisce amplificazioni più lontane di questo tema dei seguaci, col suo capitolo sulla "Xenophobia and Violence by Adolescent Skinheads".
L'Autrice presenta alcuni casi che illustrano la tesi secondo la quale attraverso i processi di adattamento e assimilazione si sviluppa un Sé grandioso, una grandiosa ideologia ed una trasformazione auto-riparativa dell'odio per se stessi nella xenofobia, con un desiderio sessuale regressivo che diviene una spinta libidica per la violenza.


Tito Baldini
E-mail tito.baldini@fastwebnet.it





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