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Anno I - N° 2 - Maggio 2001

Recensioni




Rosner R.: Forensic Psychiatry for Adolescent Psychiatrists: an introduction
Ratner R.A.: Juvenile Justice: an update
Weinstock R: Competence in adolescents

Adolescent Psichiatry, 1999, 24:, 135-142, 143-157, 159-173.

A cura di U. Sabatello



Questi tre articoli testimoniano un rinnovato interesse per le problematiche medico-legali in psichiatria dell'adolescente. Tale interesse si percepisce anche in Italia, dove ripetuti fatti di cronaca hanno posto all'attenzione di tutti tematiche quali la valutazione dell'attendibilità e della competenza del minore vittima o artefice di reato. I lavori di cui parliamo sono rivolti ad un pubblico non particolarmente specializzato e sono utili come introduzione a diverse tematiche del campo forense.

Il primo sottolinea la differenza di intenti e di metodologia tra la psichiatria forense e quella clinica: il clinico é vincolato al rapporto confidenziale con il paziente ed alla tutela della di lui salute, mentre lo psichiatra forense é impegnato a svolgere un compito di cui riferirà al giudice. Ciò comporta una serie di doveri sia verso il sistema legale sia verso il periziando, che non é un paziente e ha diritto di sapere che il perito non é al suo servizio ma a quello della magistratura. E' dunque evidente l'importanza di considerazioni etiche che coinvolgono l'assetto interno del medico e la sua modalità di proporsi al soggetto da esaminare. Rosner si sofferma poi sui processi logici che lo psichiatra con responsabilità forensi deve seguire per rispondere ai quesiti del giudice ed alle specifiche questioni che il compito peritale impone. Ci sembra che quanto da lui proposto, pur considerando le differenze tra il nostro sistema legale e quello statunitense, abbia l'indubbio pregio di dirimere confusioni e di sottolineare l'esigenza di una chiarezza e sistematicità spesso carenti nelle nostre perizie.

Il lavoro di Ratner é di tipo storico e, pur nella sua semplicità, lo abbiamo trovato di grande interesse. Le vicende delle corti minorili e delle Child Guidance Clinics; l'intrecciarsi delle preoccupazioni di ordine pubblico e di quelle cliniche, il "pendolo", tra istanze punitive e riabilitative, é qualcosa che, anche nella storia dei nostri tribunali per i minorenni e della neuropsichiatria infantile italiana, ha avuto ed ha tuttora, una grande importanza. Particolarmente interessante é l'accenno, fatto dall'autore, alle sentenze che, negli Stati Uniti, hanno modificato l'atteggiamento della legge e dell'opinione pubblica nei confronti dell'età evolutiva. Il sistema anglosassone della "Common Law" determina, infatti, un continuo adeguarsi della legislazione, a seconda delle sentenze della Corte, in uno scambio dinamico tra società civile e sistema legislativo molto diverso dalla situazione italiana, legata ad un corpus legislativo definito quale il diritto romano. Riteniamo anche noi preoccupante, la tendenza a cancellare, per i reati gravi, le differenze e particolarità che, per decenni, hanno caratterizzato e differenziato le corti minorili da quelle per adulti, equiparando l'adolescente o il bambino ad un individuo maturo e nel pieno delle sue facoltà e responsabilità. Anche qui, é possibile vedere come la tensione tra le istanze riabilitative-terapeutiche e quelle tese a "sorvegliare e punire", agisca annullando anni di studi e di consapevolezza sulle particolarità di un individuo in fase evolutiva. D'altra parte, a nostro avviso, ci sembra altrettanto aberrante che la comprensione psicologica, più o meno corretta che sia, venga a sostituirsi ad un giudizio sulla liceità di una azione e, a volte, anche alla sanzione della stessa.

Il lavoro di Weinstock, forse perché più ambizioso, ci é apparso anche il più deludente. A partire dagli stadi affettivi e cognitivi definiti da Piaget, l'articolo esamina il concetto di competenza in adolescenza, distinguendolo correttamente dalla semplice capacità cognitiva e, piuttosto, inserendolo nel concetto più ampio di immaturità propria dell'età evolutiva. Altri concetti usati dall'autore sono quelli relativi allo sviluppo morale definiti da Kohlberg e Gilligan. Nonostante la correttezza delle affermazioni, che riteniamo condivisibili, l'articolo delude in quanto estremamente scolastico e teorico in un campo, quello della competenza cognitiva ed etica, di radicale importanza nel campo psichiatrico-forense e che, negli ultimi anni, ha dato le mosse ad un numero significativo di lavori sperimentali e innovativi. La lettura risulta più interessante e coinvolgente quando il testo affronta temi quali la competenza sessuale o la pena di morte su soggetti minorenni, in quanto é l'argomento stesso a meritare, riflessioni e domande che lo psichiatra deve, porsi per mantenere il suo operato nei limiti non solamente della correttezza scientifica ma anche della consapevolezza etica.

Ugo Sabatello





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